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Bozza 6/11/18.
La Scuola di Rispoli, modello di organizzazione.
In queste pagine il nome Rispoli non si riferirà all’omonimo garbato e simpatico conduttore televisivo
Luciano, ma al professor Brunello che, nella seconda metà degli anni Novanta, è stato professore
associato di elettronica presso l’Istituto di Fisica dell’Università La Sapienza di Roma, e ha dato un
rilevante contributo allo sviluppo e alla diffusione in Italia della materia, sia con l’insegnamento
diretto, sia attraverso un numero consistente di allievi che hanno trasferito in vario modo i suoi
insegnamenti nella società. I riflessi della sua opera hanno costituito una vera e propria Scuola.
Il punto di partenza è stato costituito dall’applicazione dell’elettronica al riconoscimento e alla
misurazione delle radiazioni ionizzanti (la cosiddetta elettronica nucleare veloce). Dopo la
preparazione universitaria all’Istituto di Fisica dell’Università Federico II di Napoli, negli anni 1955-
1957 aveva fatto parte del famoso gruppo di ricercatori mandati dall’Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare sul Cervino località Testa Grigia per la misurazione delle radiazioni cosmiche. Per anni hanno
circolato negli ambienti dei fisici gli aneddoti, le barzellette e gli sfottò che avevano contribuito ad
alleviare la solitudine di quell’insieme di giovanotti. Molte facezie erano legate alle differenti
mentalità regionali in quanto alcuni (Rispoli, Quercia, Sciuti, Brilli) venivano da Roma, altri (Salvini,
Mura, Lovati, Tagliaferri, Brunelli) da Milano e da Torino, con contributi piemontesi degli alpini di
sorveglianza (ad es. Mario Prato).
Al rientro a Roma, gli fu affidato l’incarico di professore di elettronica all’Istituto di Fisica Guglielmo
Marconi. Nel 1960, insieme con il professor Alessandro Alberigi Quaranta pubblicò presso l’editore
Zanichelli il testo “ Elettronica dei transienti”. In quegli anni l’insegnamento dell’elettronica era quasi
assente dagli Istituti di Fisica italiani, era dominio dei Politecnici, che però si concentravano sulle
radiofrequenze (eccezione era il prot. Emilio Gatti al Politecnico di Milano). Il testo di Alberigi
Quaranta e Rispoli ebbe una notevole rispondenza negli ambienti universitari, che in quegli anni
cominciavano ad interessarsi all’elettronica per impulsi necessaria per il conteggio delle particelle
nucleari.
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